Assemblea Pubblica organizzata da Rete Donne Brianza il 29 giugno 2004
Relazione
L’assemblea pubblica “Incenerimento
dei rifiuti: rischi per la salute e l’ambiente” da noi organizzata
ad Erba martedì 29 giugno è stata un successo in termini di affluenza
e rilevanza dei contenuti. La sala Isacchi era gremita (almeno 300
persone secondo Il Giornale di Erba di sabato 3 luglio) tanto che in molti hanno
dovuto assistere in piedi e persino all’esterno, affacciati alle finestre. Il
dibattito che ha seguito la tavola rotonda, molto partecipato, si è protratto
fino a dopo mezza notte. Riportiamo in questa relazione i dati principali dell’assemblea.
Potete SCARICARE LE PRESENTAZIONI DELLA CONFERENZA disponibili dalla Pagina Presentazioni.
Con un piccolo contributo, che sarà destinato alle prossime iniziative della Rete,
potete acquistare la VIDEOCASSETTA dell’Assemblea .
Federico Valerio,
Responsabile del Servizio di Chimica Ambientale dell’Istituto Nazionale per
la Ricerca sul Cancro ha aperto l’assemblea con una relazione dal titolo: Rischi
ambientali e sanitari di diversi sistemi di gestione di rifiuti urbani.
Valerio ha paragonato due sistemi di gestione dei rifiuti (che, ha sottolineato,
sarebbe più opportuno chiamare “MPC”, materiali post consumo):
la termovalorizzazione (ossia l’incenerimento in forni per ottenere energia)
e il riciclaggio, dimostrando come il secondo sia più vantaggioso tanto in termini
di bilancio energetico, quanto di impatto ambientale. Per esempio, se un chilo
di carta è riciclato, invece che termovalorizzato, si risparmiano 2.790 chilocalorie.
Naturalmente il calcolo del bilancio energetico deve essere fatto in modo corretto,
ossia considerando l’intera vita del prodotto “dalla culla alla tomba”. Valerio
ha ricordato che non solo nella più avanzata Germania, ma anche in Italia, per
esempio nella provincia di Treviso, grazie alla raccolta a domicilio
e alla tariffazione personalizzata (che premia chi ricicla di più)
la percentuale di MPC tecnicamente ed economicamente riciclabile può raggiungere
il 70-80%.
Quanto al
residuo non riciclabile, la soluzione migliore per disfarsene è utilizzare microrganismi
che “bruciano” la parte più pericolosa dei rifiuti, ovvero la frazione organica
(putrescibile) a basse temperature, così come i partecipanti all’assemblea bruciavano
la cena mentre ascoltavano l’oratore. Questo metodo si basa sul principio della
bio-ossidazione e può essere ottenuto tramite un impianto detto
bio-essicatore, il quale emette in atmosfera acqua, anidride
carbonica e composti organici volatili (COV), quali idrocarburi e aldeidi, ma
non più di quanto faccia un bosco in autunno. Da un termovalorizzatore (o inceneritore)
invece, oltre a queste emissioni, escono anche composti ecotossici persistenti
e accumulabili lungo la catena alimentare, come il cadmio,
il mercurio, il piombo e le diossine.
Nel 2001
l’Unione Europea ha stabilito la dose giornaliera tollerabile
di diossina in due picogrammi per chilogrammo di peso corporeo. Quindi,
per un bambino di 5 chili, la dose massima tollerabile è di 10 picogrammi al
giorno. In base ai dati sulla produzione di cemento (4.451 t/g) ottenuti dal
rapporto annuale del 2002 della Holcim (ex-Cementeria di Merone) dal
cementificio uscirebbero in totale 668 milioni di picogrammi di diossine al
giorno. Federico Valerio ha chiarito successivamente che per fare questo
calcolo ha utilizzato il fattore medio di emissione di diossine da cementifici
stimato dall’Unione Europea (0,15 microgrammi I-TEQ per tonnellata di cemento
prodotto, pubblicato nell’Inventario Europeo delle Diossine, consultabile sul
sito Internet: http://europa.eu.int/comm/environment/dioxin/stage1/cement.pdf).
Gli abitanti di Merone sono 3.700 circa, quindi fate voi il conto. Ma, e questo
è più importante, la pericolosità delle diossine è legata non tanto
alla loro emissione in atmosfera, quanto al loro progressivo accumulo e alla
loro successiva concentrazione lungo la catena alimentare, per esempio erba-mucca-latte-mamma-bambino.
Ricordiamo che la Cementeria di Merone ha ottenuto le prime autorizzazioni a
bruciare rifiuti industriali nel 1982.
Federico Valerio ha inoltre ricordato che i cementifici, e in particolare quelli che ricorrono alla termovalorizzazione, sono un’importante fonte di diossina.
Negli Stati Uniti la prima fonte di diossina è rappresentata dagli inceneritori di rifiuti urbani e i cementifici occupano il terzo posto in questa classifica. (Fonte: Agenzia degli Stati Uniti per la Protezione dell’Ambiente, USEPA draft dioxin inventory 2000).
Antonio
Paddeu, pneumologo e presidente dell’Associazione Malattie Respiratorie
A.Ma.Re di Como ha presentato una relazione dal titolo Effetti dell’inquinamento
sulla salute. Per quanto riguarda l’impatto sulla salute del
PM10 (il pericoloso particolato atmosferico con diametro uguale o inferiore
a 10 µm) Paddeu ha dichiarato che in otto città italiane (Milano, Roma, Torino,
Genova, Bologna, Frosinone, Napoli e Palermo, dove vivono 8,5 milioni di italiani
su un totale di 57 milioni), le micidiali polveri provocano ogni anno: 3.472
morti; 1.887 ricoveri per cause respiratorie; 2.710 ricoveri per malattie cardiovascolari;
31.524 attacchi di bronchite acuta nei bambini; 29.730 casi di aggravamento
dell’asma nei bambini; 11.630 casi di attacchi d’asma in persone oltre i 15
anni di età (fonte: Organizzazione Mondiale della Sanità).
Paddeu ha
evidenziato come l’inquinamento atmosferico è correlato a un evidente peggioramento
della sintomatologia bronchitica e come il danno alle mucose
delle vie respiratorie facilita la penetrazione degli allergeni, incrementando
quindi il rischio di sensibilizzazioni e allergie. Per quanto riguarda il tumore
al polmone, il rischio di ammalarsi è di 1,5-2 volte superiore per chi vive
in aree urbane rispetto agli abitanti di zone rurali.
Il dr. Paddeu
ha elencato tra i principali inquinanti atmosferici: biossido di zolfo
(SO2), ossidi di azoto (NOx), le particelle sospese.
Antonio Paddeu, ha ricordato che non esiste un registro tumori ed è quindi molto difficile ottenere dati epidemiologici e dati relativi ai decessi per tumore nei comuni della Brianza.
Riportiamo una
tabella dei principali inquinanti, le rispettive sorgenti, gli effetti sulla
salute e i valori limite.
INQUINANTE |
SORGENTE |
EFFETTI
SULLA SALUTE |
VALORE
LIMITE |
BIOSSIDO
DI ZOLFO (SO2) |
Uso di
combustibili fossili (carbone e derivati del petrolio). |
Azione
irritante sulle mucose delle congiuntive e delle vie. Provoca crisi asmatiche,
in particolare in soggetti predisposti. |
LIVELLO
DI ATTENZIONE: 125 mg/m3(media giornaliera)LIVELLO DI ALLARME: 250 mg/m3
(media giornaliera) |
OSSIDI
DI AZOTO (NO, NO2) |
Processi
di combustione derivanti da autoveicoli, impianti di riscaldamento e impianti
industriali |
Riduzione
della funzionalità respiratoria e dei meccanismi di difesa polmonare, più
evidenti in bronchitici, asmatici, anziani e bambini. Infiammazione delle
mucose delle vie aeree superiori, infezioni respiratorie profonde. |
200 mg/m3
(media oraria) |
POLVERI
(Particelle Totali Sospese/PTS) |
POLVERI
(Particelle Totali Sospese/PTS) |
L’azione
nociva varia in rapporto alle dimensioni delle particelle (minore il diametro
e maggiore la pericolosità del particolato). Il PM10 da 30 a 150
µg/m3 è associato a incremento di mortalità cardiorespiratoria,
infezioni e flogosi respiratorie, reattività bronchiale e crisi respiratorie
acute nei bambini, nonché a una aumentata richiesta di medicine in
adulti e bambini con asma e decremento della funzionalità respiratoria
in bambini normali. |
LIVELLO
DI ATTENZIONE: 150 mg/m3 (media giornaliera) LIVELLO DI ALLARME: 300 mg/m3
(media giornaliera) |
IDROCARBURI
POLICICLICI AROMATICI (IPA)
benzo(a)pirene, benzo(a)antracene, benzo(b)fluorantene, dibenzo(a,h,)antracene,indeno(1,2,3-cd)pirene,
benzo(j)fluorantene |
Autoveicoli,
grandi impianti di combustione e di incenerimento. |
gli IPA
emessi nella atmosfera allo stato gassoso tendono a condensarsi ed adsorbirsi
al materiale corpuscolato, riuscendo, mediante inalazione, a penetrare a
livello degli alveoli polmonari, ove è documentato il loro effetto
pro-cancerogeno. |
§200
mg/m3 (media di 3 h consec.) |
MONOSSIDO
DI CARBONIO (CO) |
Processi
di combustione in carenza di ossigeno, (motori a scoppio, impianti di riscaldamento
e industriali). Fumo di sigaretta. |
Favorisce
lo sviluppo di ischemia miocardica aumentando il rischio di malattie cardiovascolari |
LIVELLO
DI ATTENZIONE: 15 mg/m3 (media oraria)LIVELLO DI ALLARME:30 mg/m3 (media
oraria). |
PIOMBO |
Emissioni
di gas di scarico di autoveicoli alimentati a benzina addizionata con piombo
tetraetile o tetrametile quale antidetonante. E’ inoltre emesso nell’atmosfera
da numerosi impianti industriali. |
Il Pb,
veicolato agli alveoli polmonari dalle particelle di circa 1 micron di diametro,
si lega ai globuli rossi e si diffonde nei tessuti, nel midollo osseo e
nel sistema nervoso periferico (saturnismo). Possibili effetti cardio e
cerebrovascolari. |
LIMITE
DI ACCETTABILITA’: 2 mg/m3 (media delle conc. medie/24 h/anno) |
OZONO
(O3) |
Mentre
nella stratosfera l’O3 svolge un’importantissima funzione protettiva
per l’uomo, perché filtra le radiazioni UV, nella troposfera
il surplus di ozono, prodotto per effetto delle radiazioni solari durante
la stagione estiva, su alcune sostanze presenti in atmosfera, derivanti
dal traffico autoveicolare, entra nella composizione dello “smog fotochimico”.
|
Azione
tossica ed irritante sulle mucose respiratorie e congiuntivali, in virtù
delle sue proprietà ossidanti. Nelle esposizioni croniche:cefalea,
letargia ed alterazione delle fasi del sonno verosimilmente secondari ai
livelli di serotonina. |
LIVELLO
DI ATTENZIONE: 180 mg/m3 (media/h) LIVELLO DI ALLARME: 360 mg/m3 (media/h)
|
BENZENE
(C6H6) |
Emissioni
dei veicoli a motore e perdite per evaporazione durante la lavorazione,
lo stoccaggio e la distribuzione dei prodotti petroliferi. |
Penetra
nell’organismo soprattutto per inalazione ed è assorbito nel
sangue sino al 50%. E’ classificato tra le sostanze di accertata cancerogenicità
(leucemia) |
INDICE
DI QUALITA’:1O mg/m3(media annua oraria) |
Lisa
Nitti ha evidenziato la difficoltà di ottenere
dati dal comune di Merone. I pochi dati che sono stati ottenuti però presentano
aspetti preoccupanti. Dal rapporto della Campagna di misura dell’inquinamento
atmosferico del Laboratorio Mobile ARPA (Agenzia Regionale Protezione Ambiente)
per il periodo 02.10.02-05.11.2002, emerge quanto segue:
-
BIOSSIDO
DI ZOLFO 'un’importante sorgente è costituita dalla ex-Cementeria
di Merone, oggi Holcim spa, che secondo INEMAR 97, con le sue 650t/anno
contribuisce al 36% delle emissioni stimate sull’intera provincia
di Como' >>(pag. 9).
-
OSSIDI
DI AZOTO 'Le emissioni di OSSIDI DI AZOTO nel
comune di Merone sono anch’esse associate quasi totalmente alla ex-Cementeria
di Merone (2652 t/anno). Le emissioni di ossidi di azoto riconducibili alle
autovetture e soprattutto ai mezzi pesanti risultano essere in termini assoluti
pari a 25 t/anno. Complessivamente Merone incide per circa un quarto delle
emissioni totali stimate sul territorio comasco per gli ossidi di azoto.'
-
PM
10 ' Per quanto riguarda il particolato fine (PM10) le
principali sorgenti all’interno del comune di Merone si ritrovano ancora
nei processi industriali (56 t/anno) e nel trasporto su strada (2,5 t/anno).'
(…) Durante il periodo di misura si sono verificati numerosi superamenti
dei limiti di legge: per 14 volte su 33 le concentrazioni di
PM10 sono state superiori ai 50 µg/m3, limiti che nella nuova Deliberazione
Regionale della Lombardia fanno scattare provvedimenti per il contenimento
degli episodi acuti di inquinamento atmosferico >> (pagg. 10 –11).
Il limite è stato superato 14 volte su 33, a fronte di una norma che prevede
al massimo 35 superamenti in un anno, ha commentato Lisa Nitti,
ricordando che in quei giorni a Merone si sarebbe dovuto decretare il blocco
del traffico, misura che NON è mai stata presa.
Lisa Nitti
ha poi indicato tra i principali obiettivi della Rete delle Donne della Brianza
quello di esercitare pressioni sui sindaci perché si oppongano A) al Piano dei
Rifiuti della Provincia di Como in relazione all’incenerimento di CDR nel cementificio
di Merone e B) all’incenerimento di qualsiasi rifiuto nel cementificio di Merone.
Sono state ricordate le azioni intraprese dalla rete: raccolta e diffusione
di informazioni, sito Internet, petizione popolare, contatti con la stampa;
e i successi ottenuti finora: la costante attenzione della stampa locale, oltre
500 visite al sito, le oltre 3000 firme raccolte; e, indirettamente: 3 osservazioni
al Piano (Orsenigo, Lambrugo, Merone); la delibera del Comune di Erba.
La
tavola rotonda
Alla tavola rotonda erano stati invitati a partecipare con lettera
ufficiale: il presidente della Provincia Carioni, l’assessore all’ambiente Cattaneo,
l’assessore alla Solidarietà Sociale e alla Sanità Frigerio, il Presidente dell’Ente
Parco Valle Lambro Ascari, il sindaco di Merone Brindisi e il presidente del
Circolo Ambiente Ilaria Alpi di Merone Fumagalli.
Presenti
alla tavola rotonda, che è iniziata alle 23 circa, sono stati solo il sindaco
di Merone Brindisi e il presidente del Circolo Ambiente Ilaria Alpi di Merone
Fumagalli.
Il Sindaco
di Merone Pietro Brindisi ha elencato le tappe fondamentali nella storia della
cementeria di Merone e ha ricordato la difficoltà della verifica dei dati acquisiti
finora, nonostante l’esistenza delle commissioni di controllo istituite dalla
precedente amministrazione. Ha inoltre ribadito il suo impegno a favore di controlli
accurati per verificare la qualità dell’aria.
Il presidente
del Circolo Ambiente Ilaria Alpi di Merone Fumagalli ha elencato le tipologie
di rifiuti che il cementificio di Merone è autorizzato a bruciare nei propri
forni e i relativi quantitativi, sottolineando come gli utili dell’azienda derivino
non tanto dalla produzione di cemento, quanto proprio dallo smaltimento di rifiuti
industriali. Se il CDR fosse di qualità e meno inquinante dei combustibile tradizionali,
ha sottolineato Fumagalli, l’azienda pagherebbe per acquistarlo sul mercato,
invece di essere pagata per bruciarlo. Fumagalli ha concluso chiedendo la chiusura
dell’impianto della Holcim.
Il
dibattito
All’Assemblea erano stati invitati a partecipare con lettere di invito
anche: tutti i capigruppo della Provincia di Como, il presidente della commissione
ecologia della Provincia di Como Seroldi, i sindaci di tutti i comuni elencati
nella petizione, a cui si sono aggiunti anche i comuni di Asso, Oggiono, Arosio
e Carugo.
Erano presenti
in sala anche diversi sindaci, assessori e consiglieri, in rappresentanza dei
comuni di: Monguzzo, Rogeno, Erba, Lambrugo, Canzo, Pontelambro, Albavilla,
Pusiano, Asso, Costamasnaga e Magreglio (speriamo di non averne dimenticato
nessuno).
Il presidente
della commissione ecologia della Provincia di Como Seroldi ha scritto una e-mail
alla Rete delle Donne della Brianza la mattina di mercoledì 30 giugno per comunicare
il suo rammarico per non avere potuto essere presente e chiedendo di fissare
con noi un incontro. Abbiano risposto la settimana dopo, ma il presidente era
impegnato fino al 26 di luglio e ha suggerito di rimandare l’incontro a settembre.
L’unico
consigliere provinciale presente all’assemblea è stato Massimo Patrignani (Rifondazione
Comunista), che è intervenuto illustrando i dettagli e i retroscena del piano
dei rifiuti.
Il dibattito
ha visto la partecipazione di numerosi cittadini, con domande e osservazioni
che hanno toccato vari aspetti, dal piano dei rifiuti all’azione della Rete
delle Donne della Brianza, dai metodi di riciclaggio alle situazioni locali.