Cementerie: proposto un monitoraggio completo sulla salute
Monselice
(O.M.)
«La magistratura sta alzando il coperchio sui danni provocati dalle cementerie. «Il mio auspicio è quello che si faccia piena luce su almeno una cinquantina di lavoratori delle cementiere morti precocemente. Uno di questi è mio padre, Paolo, che prestava la propria attività al reparto dell'insacco all'Italcementi .
È morto a 59 anni».
Sono le parole di Stefano Rando. Per evitare la fine toccata al padre ha lasciato l'azienda cementiera dove ha lavorato
9 anni e iniziato una personale battaglia, andando ad accertare le morti che potrebbero essere connesse con l'attività cementiera. «Se la magistratura aprirà un processo contro le aziende che producono cemento della zona - afferma - mi costituirò come parte civile. Invito chiunque che abbia dei sospetti su genitori o parenti a contattarmi, o a rivolgersi all'associazione Lasciateci Respirare».
Il leader
dell'associazione Francesco Miazzi, sottoscrittore dell'esposto dal quale è partita l'indagine della magistratura afferma, lancia ora la proposta di un monitoraggio per la tutela della salute di chi vive a Monselice e nell'area delle cementerie. «L'intervento deve essere realizzato da Usl, Arpav, amministrazione comunale e provinciale - afferma - Consiste in una serie approfondita di visite mediche, indagini sanitarie e controllo del terreno dove si depositano le sostante fuoriuscite dai camini».