Luglio 2004
Pubblichiamo il testo della nostra osservazione al piano dei rifiuti, consegnata il 22 luglio al’amministrazione provinciale di Como.
Egr. Sig. Leonardo Carioni, Presidente della Provincia di Como
Egr. Sig. Fiorenzo Bongiasca, Presidente del Consiglio Provinciale
Egregi Sigg.ri Capigruppo della Provincia di Como
Egr. Sig. Renzo Ascari,Presidente dell’Ente Parco Valle del Lambro
Egr. Sig. Roberto Formigoni, Presidente della Regione Lombardia
Oggetto: OSSERVAZIONE AL PIANO PROVINCIALE DEI RIFIUTI
Egregio Presidente,
lo scorso 10 maggio il Consiglio Provinciale di Como ha adottato il nuovo Piano Provinciale dei Rifiuti,
il cui paragrafo 5d) Sinergie con impianti di titolarità privata consentirebbe al cementificio di Merone di
smaltire rifiuti urbani, oltre ai rifiuti industriali che brucia da tempo. Una vasta area dell’erbese verrebbe
inoltre interessata dallo stoccaggio e dal trattamento dei rifiuti in vista della termodistruzione. Con la
presente, la Rete delle Donne della Brianza intende presentare un’osservazione al Piano Provinciale dei
Rifiuti, facendosi portavoce della diffusa opposizione dei cittadini dei comuni interessati all’ipotesi
di termodistruzione di rifiuti urbani in impianti privati, e in particolare nel cementificio di
Merone.
La Rete delle Donne della Brianza, nata i primi di maggio di quest’anno, ha lanciato il 30 maggio la
petizione popolare allegata alla presente, e ha raccolto in soli 50 giorni, contando esclusivamente
sull’opera di volontari, 7674 firme.
La Rete delle Donne della Brianza ha effettuato un’accurata opera di raccolta, analisi e divulgazione di
informazioni tratte da fonti autorevoli, tutt’ora in corso. A sostengo della nostra posizione,
alleghiamo una copia di alcuni tra i documenti che riteniamo più significati sul complesso argomento
della termodistruzione e delle sulle sue molteplici implicazioni, fiduciose del fatto che i consiglieri della
Provincia di Como li esamineranno con attenzione.
Come dimostrano i dati ARPA relativi a ossidi di azoto, biossido di zolfo e PM10, l’impatto
ambientale del cementificio di Merone è già oggi preoccupante. Sulla base dei dati raccolti (tra cui i
dati dell’EPA USA), riteniamo che tale impatto sarebbe ulteriormente aggravato nel caso in cui il cementificio incrementasse la quota di CDR che l’impianto utilizza in alternativa al combustibile
tradizionale.
Inoltre, dati da noi raccolti evidenziano il rischio di accumulo di diossine sul territorio di Merone e nei
terreni limitrofi, con preoccupanti ricadute sulla salute. Nel 2001 l’Unione Europea ha stabilito la dose
giornaliera tollerabile di diossina in 2 picogrammi per chilogrammo di peso corporeo. Quindi, per
un bambino di 5 chili, la dose massima tollerabile è di 10 picogrammi al giorno. Se, come appare dal
rapporto annuale del 2002 della Holcim, ex-Cementeria di Merone, la produzione di cemento annuale
del cementificio è pari a 4.451 tonnellate al giorno, dal cementificio uscirebbero in totale 668 milioni di
picogrammi di diossine al giorno. Inoltre, la pericolosità delle diossine è legata non tanto alla loro
emissione in atmosfera, quanto al loro progressivo accumulo e alla loro successiva concentrazione
lungo la catena alimentare.
Abbiamo anche raccolto dati che dimostrano come sia possibile evitare la termodistruzione,
favorendo, come previsto dal Decreto Ronchi, reimpiego, riciclaggio e riduzione dei rifiuti, e
ricorrendo alla bio-ossidazione a basse temperature in bio-essicatori, con un notevole vantaggio
economico ed ambientale rispetto alla termodistruzione.
Alla luce delle considerazioni elencate nella petizione popolare e degli importanti dati raccolti,
chiediamo che l’amministrazione provinciale di Como accolga la seguente osservazione al Piano
dei Rifiuti:
al Capitolo: 5d) Sinergie con impianti di titolarità privata venga aggiunto, dopo il
paragrafo:'Evidentemente gli eventuali accordi dovranno prioritariamente considerare la
compatibilità ambientale delle procedure, nel rispetto di criteri di economicità.' di pag. 80
il paragrafo:
'A tutela dell’ambiente e della salute dei cittadini, tali accordi con impianti di titolarità privata non
potranno in ogni caso interessare impianti situati in aree di elevato interesse ambientale, o in parchi
naturali, o in centri abitati, o in aree altamente antropizzate'.
Insieme ai bambini e alle famiglie che rappresentiamo, confidiamo nel Vostro senso di responsabilità.
Cordiali saluti,
la Rete delle Donne della Brianza, con l’adesione delle associazioni:
Amici della Natura (Bosisio Parini)
Circolo Ambiente Ilaria Alpi (Merone)
Gruppo Naturalistico della Brianza (Canzo)
L’Orrido di Inverigo (Inverigo)
Allegati: - petizione popolare (4 parti)
- Documentazione (26 pagg.)